ENAC contro tutti in fatto di droni | Tommaso Codolo

ENAC contro tutti!

Home Consigli ENAC contro tutti!

Sembra il titolo di un film epico, in realtà è la cruda verità della situazione italiana che come al solito fa vedere come funziona il nostro “Bel paese”.

E’ dal 2014 che esiste un regolamento sui mezzi aerei a pilotaggio remoto e non siamo ancora riusciti ad organizzarci in maniera da poter lavorare con tranquillità.

ENAC sforna regolamenti ed emendamenti come se non ci fosse un domani… uno più bizzarro dell’altro, creando ostacoli agli operatori che cercano di regolarizzarsi e spianando la strada a tutti coloro che invece volano da “pirati”.

Ma chi non è un pirata attualmente con questo regolamento?

Io direi che almeno l’80% dei droni che sono nella lista sul sito ENAC non hanno le carte in regola. Vi sfido a mostrare tutta la documentazione necessaria per volare, compilata correttamente come vorrebbe ENAC.

Dai… chi di voi ha un logbook aggiornato ad oggi con pagine non asportabili e con numerazione sequenziale?

Chi di voi delimita la zona transennandola quando lavora?

Chi di voi utilizza sempre il giubbetto catarifrangente?

Chi di voi è sicuro al 100% che non ci siano persone all’interno dell’area delle operazioni e nell’area di buffer?

E quanti droni ci sono in lista con un terminatore di volo?

 Il regolamento non impone esplicitamente l’uso del terminatore per le non critiche, ma nella pratica risulta essere l’unico modo per garantire di non sorvolare “anche in caso di avarie e malfunzionamenti: aree congestionate, assembramenti di persone, agglomerati urbani; infrastrutture sensibili.”

Siamo proprio nel paese dei pagliacci.

Ultima novità che avrete sicuramente letto sulle testate giornalistiche e blog di settore (Quadricottero News, Dronezine e il blog di Dronitaly) è relativa alle scuole di volo, anzi.. ai centri di addestramento.. perché con ogni nuovo regolamento o emendamento è bene fare della confusione anche sui nomi..

Già! Vuoi diventare pilota di droni oggi? Beh! Non puoi! Perché il regolamento parla di centri di addestramento che dovevano essere pronti a luglio (e già lo sarebbero visto che io stesso ho fatto l’esame per diventare istruttore a settembre dell’anno scorso!), ma i signori a Roma non riescono ad organizzarsi.. sarà perché siamo vicini alle vacanze e in testa hanno mohito e spiagge caraibiche?

La mia percezione è che continuino a tergiversare per evitare di assumersi responsabilità di qualsiasi tipo, nell’indifferenza per chi con questi mezzi tecnologici ha fondato le basi del proprio lavoro già da anni. Vivranno nella speranza che EASA e la normativa europea arrivi presto a salvarli?

Ci nascondiamo dietro allo spauracchio della SAFETY senza avere dei dati che indichino la reale pericolosità di questi mezzi.

Hanno normato come se i droni fossero in grado di abbattere gli aerei e come se un impatto con una persona fosse sempre mortale.

In realtà i pochi test che sono stati fatti (vedi lo studio della Aalborg University, Mass threshold for harmless drones), confermano che le eliche dei piccoli droni non provocano ferite letali.

Prima di fermare l’evolversi della tecnologia non sarebbe il caso di fare test seri di impatto con aerei ed elicotteri?

Non avrebbe senso per garantire la sicurezza partire dalla reale conoscenza dei rischi?

Questi test sono troppo costosi?

Quanto costa fermare un mercato come quello emergente dei droni?

Quanto costa in termini di sicurezza avere un 90% di abusivismo per l’impossibilità di lavorare in regola?

Da quando è scoppiato il boom dei droni non abbiamo sentito di un morto o di un ferito grave in pericolo di vita. Bene signori.. questa mi sembra sia già una statistica, no?

E allora facciamo fare il lavoro alle assicurazioni!

Assicuriamo i droni come qualsiasi altro mezzo e in caso di incidente saremo in grado di risarcire il danneggiato.

Spesso i piloti addestrati, sono quelli che non volano perché tentano di rispettare queste assurde regole a discapito del loro lavoro oppure devono adattarsi a lavorare borderline con il rischio che l’assicurazione, pagata fior di quattrini, non copra in caso di qualsiasi danno anche semplicemente materiale.

Coloro che volano sono per lo più gli abusivi che non sono addestrati in alcun modo e non sono coperti da assicurazione.

Mettiamo delle regole basilari e comprensibili da chiunque, anche senza la necessità di avere una laurea in ingegneria aerospaziale e facciamo lavorare questa Italia!

Limitiamo l’altezza di volo creando uno spazio dedicato a questi mezzi.

Diamo la possibilità di lavorare agli istruttori e di patentare chi vuole intraprendere questo splendido mestiere.

Mentre scrivo questo articolo scuoto la testa perché mi sembra di scrivere cose così ovvie che non dovrebbero nemmeno esser sottolineate..

Occorrono punti semplici e gestione più snella.

In Svizzera (non il Burundi, parliamo della Svizzera!) la regolamentazione permette (senza distinguere fra uso ludico o professionale):

  • di far volare a vista (senza indicare a priori limiti di distanza dal pilota o altezza) qualunque drone fino a 30kg di peso

  • senza alcun attestato e tanto meno visite mediche aeronautiche

  • anche in zone urbane e sopra le persone. Basta avere, per i mezzi superiori a 500g di peso, una qualunque assicurazione RC che copra almeno 1 milione di franchi.

  • con gli unici obblighi di:

1. non volare a meno di 5km da un aeroporto

2. non avvicinarsi a meno di 100m da assembramenti di persone (e specifica: >24 persone)

3. rispettare eventuali restrizioni imposte a livello cantonale o comunale durante eventi particolari

Rispetto al guazzabuglio delle regole emesse da ENAC la Svizzera sembra il paradiso del pilotadi droni!

Cos’ha l’OFAC (l’ente svizzero) di diverso da ENAC, sono forse pazzi i normatori svizzeri a lasciare campo libero ai piloti di droni? MAH!! Forse ENAC ha qualche “interesse” nel voler complicare le cose e nel voler imporre certificati, autorizzazioni, registrazioni?

E’ un business, questo della “carta per i SAPR”, che ha già fruttato anche troppo a mio parere nelle loro tasche.

Basti pensare a tutti gli operatori ad oggi riconosciuti: un breve calcolo..

operazioni specializzate non critiche: 180€ x 1700 operatori circa = 306.000€

operazioni specializzate critiche:  360€ x 60 operatori circa = 21.000€

A voi le conclusioni.

E come sempre.. Buon volo a tutti… Abusivo o no.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *